sabato 9 ottobre 2010

M. Schneider (1989), Glenn Gould. Piano solo, t.i., Einaudi, Torino, 1991

 La bellezza è intollerabile e intollerante. Senza pietà sferza il nostro sguardo, seduce le orecchie già attente, cattura le nostre parole sospese, mistura di fulmine e lentezza. Lei basta a se stessa, né si interessa a noi, ma il suo richiamo è irresistibile e pretende una risposta che noi non conosciamo. Le battute d'introduzione della Sesta partita ci danno questa gioia dolorosa, questa luce fuggitiva che ci divide, questo "principio del terribile" di cui parlava Rilke. Qualcosa che svanisce nell'atto di compiersi. Semplici accordi arpeggiati, eppure, quasi un nonnulla, una struttura salda, austera e povera, che si apre soltanto grazie al fatto che ci apre. Sicuro, senza calcolo  nè intenzione, il gesto incide una curva nella carne con l'indifferenza di un bisturi; e la mia carne si confonde con quella della musica.

M. De Cervantes, Don Chisciotte della Mancia


Afflitto oltremodo andava Don Chisciotte per la sua strada, pensando all'orribile burla che gli avevano giocato gli incantatori trasformando la sua signora Dulcinea in una rozza cafona, e non riusciva ad escogitare un rimedio atto a ricondurla al suo primitivo essere; e cotesti pensieri lo assorbivano talmente che, senza pensarci, allentò le briglia a Ronzinante, il quale sentendosi libero si fermava ad ogni passo a brucare la verde erba che abbondava in quei campi. Dal suo torpore lo trasse Sancio Panza dicendogli:
- Signore, le tristezze non si son fatte per le bestie bensì per gli uomini; ma se gli uomini le senton troppo, diventano bestie; Vossignoria si scuota, torni in sé, riprenda le briglie di Ronzinante, si risvegli e ravvivi, e mostri quella gagliardia che conviene abbiano gli erranti cavalieri. Che diavoli la prendono? Perché tanto abbattimento? Siamo qui o in Francia? Satanasso si porti tutte le Dulcinee del mondo, poiché vale più la salute di un solo cavaliere errante che tutti gli incantamenti e trasformazioni della terra!